L’artista Emanuela Giacco nasce a L’Aquila nel 1983. Mostra la sua propensione all’arte pittorica fin dall’infanzia, ma la sua creatività, a cui da spazio e voce come artista autodidatta, si incontra e si scontra con la parallela formazione scientifica.
Giacco si laurea infatti in Ingegneria, e inizia un percorso di artista-ingegnere che la porta presto ad un bivio.
Il continuo conflitto tra logica, istinto e sogno che la pervade, la porta a condurre una vita energica segnata da una costante metamorfosi.
Emozioni vigorose, percezioni esaltate, sentimenti estremizzati contro una lucida e placa razionalità che deve necessariamente tenere tutto in ordine.
Dopo una serie di ripensamenti e lotte, la decisione giunge a compimento, a seguito della prima mostra personale.
Il tema la stimola e la convince a dedicarsi stabilmente e completamente alla pittura, spogliandosi dai panni dell’ingegnere, per vestire solo l’anima nuda dell’artista.
Significativo è l’incontro con il Prof. Paolo Picozza, presidente della Fondazione Giorgio e Isa De Chirico, dopo il quale inizia a partecipare a mostre collettive, per aprirsi al confronto con gli artisti e all’incontro costante con il pubblico.
Altro fondamentale incontro fu quello con Marina Mattei, curatrice archeologa dei Musei Capitolini, figura che diventerà per lei mentore nonché amica.
Da allora si misura con energia, impegno e perseveranza con il mondo dell’arte nazionale e internazionale, aderendo a progetti ambiziosi, accogliendo sfide diverse per forma e contenuto.
Si affrontano di seguito i cinque maggiori capitoli di evoluzione dell’artista.